Nell’esecuzione di interventi di protesi d’anca, gli approcci posteriori tradizionali, posterolaterali e mini-posteriori, possono provocare una lesione alla banda ileotibiale e ai rotatori esterni corti.

L’Approccio Diretto Superiore, al contrario, non viola la banda ileotibiale e il quadrato del femore. Questo consente un recupero molto più veloce post-intervento, nonché tassi di lussazione inferiori.

L’Approccio Diretto Superiore, in particolare, permette di intervenire nella parte posteriore risparmiando la banda ileotibiale, il tendine dell’otturatore esterno e il muscolo quadrato del femore.

Attraverso l’utilizzo della Chirurgia Mininvasiva è possibile incidere una quantità minima di tessuto strettamente necessaria all’adeguata esposizione dell’anca e al corretto posizionamento degli impianti.

Come avviene l’intervento?

Il paziente viene posizionato in decubito laterale.

Viene quindi praticata un’incisione di circa 8/10 cm con un’inclinazione di 60° a partire dall’angolo postero-prossimale del grande trocantere.

Tengo a sottolineare che nell’esecuzione dell’intervento viene incisa solo la fascia del grande gluteo, mentre la banda iliotibiale – come detto in precedenza – è completamente risparmiata.

Una volta praticata l’incisione viene esposta la capsula posteriore dell’anca. Viene poi praticata un’artrotomia prima della lussazione dell’anca con flessione, adduzione, rotazione interna e compressione assiale.

A questo punto il collo del femore viene asportato, l’acetabolo viene alesato e i componenti della protesi vengono messi in posizione.

Una volta valutata la stabilità dell’anca, la capsula posteriore, il piriforme e i tendini dell’otturatore interno vengono ripristinati anatomicamente.

Qual è il vantaggio di questa tecnica?

L’Approccio Diretto Superiore differisce dalle tradizionali tecniche chirurgiche perché consente, prima di tutto, di preservare la banda ileotibiale, il muscolo quadrato del femore e il tendine dell’otturatore esterno. Inoltre, causa una minore lacerazione dei tessuti molli.

Ne consegue un recupero molto più veloce del paziente, il quale è in grado di tornare più agevolmente alla vita di tutti i giorni.